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Ci meritiamo un posto scomodo

Anche scomodissimo. Ma in una nuova camera.

La Second Hand vista da Alessandro Tonoli, il nostro tecnologico digitale sospeso tra libri e console.

Scatta qualcosa dopo che ti tirano fuori da quel grande fratello a tema medical drama che è stata la reclusione Covid 2020.

Qualcosa che ti fa dire: ok, è decisamente ora di darsi una mossa.

Che poi io la reclusione neanche l’ho vissuta così male. Scrivo sul web di cinema e videogiochi, durante il giorno ho il mio lavoro “ufficiale”, e scrivo romanzi, narrativa.
Ho più vite che tengo in equilibrio con non poche rogne (evito le complicanze, e per questo mi accontento di ciò che ho già, molto spesso). L’astensione dalla vita sociale, quando hai un casco VR che non vedi l’ora di rispolverare, porta decisamente i suoi vantaggi. Il nuovo equilibrio è servito. E sotto con il retrogaming forsennato, in aggiunta.

Tirare fuori il mio Sega Mega Drive dalla sua vecchia scatola e metterlo vicino al casco VR di Playstation è stato come ripassare il percorso di una vita. Quella vecchia console ha dentro tutte le storie in cui da bambino mi piaceva perdermi. Compresa la mia, di storia. Una storia che, anche lei, era finita un po’ in una vecchia scatola, forse.

Con quella console sono diventato grande. Non so se lo venderò mai. Anche se mi piacerebbe aiutarla a trovare la sua “nuova storia”, qualcuno che la faccia vivere di nuovo.
Mi è successo con il joypad che ho trovato su Subito. Chissà quante battaglie si è fatto con il suo vecchio proprietario. Che legame.

L’usato in fondo è questo, è un 2×1 costante, compri un oggetto ad un prezzo e ti viene regalata assieme una storia, che quella un prezzo, beh, non ce l’ha mai.

Ecco. Forse è stato quando ho associato il concetto di storia a quella console.
E’ stato lì che qualcosa mi è scattato dentro.
Ho riflettuto sul mio percorso. E pur trovandomi a mio agio nel lockdown (come nella mia vita) è stato come se tutte quelle cose che avrei voluto fare e che non ho mai portato a termine, siano saltate fuori.

Hanno evidenziato un concetto chiaro, quanto nascosto fino ad ora, mimetizzato in maniera bastardamente comoda nella mia tranquilla vita da equilibrista professionista: del doman non v’è certezza; e, dato questo particolare, sicuramente se vuoi diventare qualcosa, nella vita, devi uscire di casa, farlo accadere. E ti conviene farlo ora (che di casa puoi uscire senza essere rincorso da un drone, per esempio).

Forse prima del lockdown non mi sarei mai lanciato nella produzione di un nuovo lavoro, troppo attento a quei discorsi sull’equilibrio, manco fossi uno Jedi.

Invece ora lo faccio.
L’ho appena fatto, per la precisione. Un bel capitolo 1, sparato lì, così.
Potrebbe andare malissimo. Eh, sì.
Ma due mesi in casa mi hanno fatto capire che una scatola comoda è pur sempre una scatola.

E noi ci meritiamo un posto scomodissimo.

Ma in una nuova camera. 

Alessandro Tonoli
Scrittore, gamer, autore e amante delle storie. “Per afferrare la vita che posso mentre sono ancora sveglio”

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