HD XL 1202 cc luglio 2006
il mezzo si presenta con arroganza e ignoranza indomite: circa 200 kg di autentico acciaio e ferro americano, forse ottenuto dalla fusione dei carroarmati statunitensi della seconda guerra mondiale, tenuto assieme da kilometri di maschie saldature.
Nessuna presenza di aerodinamica, elettronica, centraline, assistenze computerizzate, servocomandi e tutte quelle diavolerie che hanno trasformato una generazione di motociclisti in rammolliti e pavidi mezzuomini: qui, anche solo per girare il manubrio da fermo, devi avere fatto due anni di palestra e ti servono bicipiti che Lou Ferrigno fatti da parte.
Motore Euro -10, quasi di epoca Colombiana, che quando dai un filo di gas stermini intere popolazioni.
Il kit carburatore (questa è l'ultima serie a carburatore, altro che quelle scatolette elettroniche da bambine che lo hanno sostituito) è arricchito, fra le tante, da un kit DynaJet ed un Hypercharger Pro-R che è in grado di aspirare talmente tanta aria che ricordati di avvisare chi ti sta davanti quando accendi altrimenti rischi di ammazzarlo per soffocamento.
Scarichi liberi che più liberi non si può; quando accendi avrai l'emozione di essere avvolto da una nuvola di gas irrespirabile, che nemmeno Satana in persona mentre si fuma un Havana di mezzo metro. Al 110ennale è stata fra le 1200 moto benedette da Papa Francesco ma non è servito a nulla, continua a ruttare e bestemmiare come prima.
Gli scarichi sono due tubi cromati della Screaming Eagle da competizione, praticamente non hanno alcuna funzione insonorizzante: proteggono solo dal ritorno di fiamma, che comunque non tornerebbe indietro per paura.
Le manopole e le pedane sono in acciaio forgiato zigrinato, utilissime in casi di emergenza, per eliminare le impronte digitali. Il clacson da 300dB garantisce strade non trafficate.
Il consumo ed il rumore sono quelli di un Boeing 767 in decollo.
La tenuta sul bagnato è quella di un orso
Ubriaco.
Bendato.
Con la labirintite.
E i pattini.