Hai detto picnic?
Poca spesa, molta resa: ecco come far tutti contenti!
Parco, lago, spiaggia, campagna, città … ogni posto è perfetto per organizzare un picnic.
E con l’arrivo della bella stagione è anche il modo migliore di passare qualche ora in buona compagnia a costo quasi zero.
Poca spesa, molta resa: nessuna prenotazione, menù a scelta, ideale per tutte le tasche e … no dress code.
Perché si chiama picnic?
L’espressione picnic (o pic-nic) deriva dal francese ed è composta da due parole: piquer che significa spiluccare, rubacchiare e nique, ovvero cosa di poco conto..
Questa usanza nasce nel 1600 per la necessità di prendersi una pausa dalle lunghe cavalcate o dalle battute di caccia. Ma col tempo è diventata un’usanza molto chic, adottata spesso anche dalla regina Maria Antonietta nei prati di Versailles.
Cosa non deve mancare in un picnic?
- Tela cerata: in questo modo la “tavola” rimane asciutta e protetta.
- Tovaglia e tovaglioli di stoffa: perché eleganza e rispetto per l’ambiente sono sempre un must.
- Gonfiabili: perché chi l’ha detto che ad un picnic non si può stare comodi?
- Stoviglie: servono posate per ogni piatto. Ovviamente riutilizzabili, tanto a casa c’è la lavastoviglie.
- Borsa frigo/thermos: perché le bollicine calde non piacciono a nessuno.
- Citronella: perché amiamo la natura, ma magari per le formiche apparecchiamo un po’ più in là.
- Palla/fresbee/boomerang: per smaltire la frittatina prima di passare al dolce.
- Radio/casse: e che festa è senza un po’ di musica?
- Sacchetti di ogni foggia: perché la raccolta differenziata non va mai in vacanza.
E ora non resta che scegliere il posto ideale e mettersi ai fornelli!
Photo by Daphné Be Frenchie on Unsplash