Contratto affitto transitorio: come funziona, fac simile, modello
Tutto quello che devi sapere sugli affitti per brevi periodi.
La necessità di spostarsi per un periodo più o meno lungo in una città diversa da quella in cui si risiede abitualmente, per motivi di lavoro o di salute, si accompagna all’esigenza di trovare in tempi rapidi un alloggio da affittare a condizioni vantaggiose. Il contratto transitorio offre benefici sia al locatore che all’inquilino in termini di durata e semplificazione burocratica.
Come funziona il contratto d’affitto transitorio?
Con l’adozione sempre più frequente dei rapporti di lavoro a termine, molte persone si ritrovano a compiere frequenti spostamenti di durata piuttosto lunga verso altre città. Viceversa alcune categorie, come gli insegnanti, sono chiamate a trascorrere periodi in trasferta una o più volte l’anno (nel caso dei professori, per esempio, in occasione degli esami di maturità o allo scopo di svolgere supplenze).
A meno che non si disponga di proprietà immobiliari diffuse sul territorio – o di una rete di conoscenze tale da garantire l’alloggio prolungato nelle vicinanze del luogo di interesse, la migliore opzione per chi si trasferisce spesso è l’affitto breve di un’abitazione nella stessa zona in cui si prevede di svolgere l’attività, ricorrendo al contratto d’affitto transitorio.
Quali sono i vantaggi del contratto d’affitto transitorio?
Rispetto alle formule di accordo caratteristiche delle locazioni di lunga durata, a canone concordato (3+2 anni) o libero (4+4 anni), il contratto d’affitto transitorio si adatta meglio a durate più brevi: per la precisione, la legge riserva questo tipo di accordo alle locazioni di durata compresa tra 30 giorni e 18 mesi che non abbiano finalità turistiche.
Di solito, a parte le motivazioni di carattere lavorativo, i trasferimenti per i quali il contratto di affitto transitorio rappresenta la migliore forma di regolamentazione sono quelli giustificati da esigenze terapeutiche, interventi fuori regione o cicli di cura.
Il vantaggio principale per entrambi le parti, proprietario e inquilino, deriva dall’agilità complessiva della formula contrattuale, con un numero in definitiva ridotto di adempimenti.
Il canone può essere concordato liberamente dai contraenti, a meno che l’immobile da affittare non si trovi in uno dei comuni ad alta densità abitativa (vedi elenco), per i quali valgono specifici accordi territoriali sulle tariffe applicabili alle locazioni.
Le clausole del contratto devono specificare, tra l’altro:
- descrizione dell’immobile;
- entità del canone;
- durata prevista;
- esigenza transitoria che giustifica la natura del contratto.
L’affittuario dell’immobile deve:
- sottoscrivere una clausola in cui dichiara di avere ricevuto l’Attestato di Prestazione Energetica (APE);
- allegare al contratto la documentazione con cui dimostra che la locazione è legata a un’esigenza di tipo transitorio.
Il proprietario dell’immobile deve:
- presentare all’inquilino l’Attestato di Prestazione Energetica (APE);
- effettuare la registrazione del contratto entro 30 giorni dalla stipula.
Trascorso il periodo corrispondente alla durata specificata nel contratto, la locazione si conclude e l’accordo decade automaticamente. L’inquilino, nel caso voglia ottenere un rinnovo, deve comunicare tramite raccomandata al proprietario che continua a sussistere l’esigenza transitoria da cui è scaturito il primo contratto.
Quali sono i rischi del contratto d’affitto transitorio?
Pur essendo più snello di altre forme di accordo, il contratto d’affitto transitorio può comunque riservare delle insidie se non si seguono tutti i passaggi previsti dalla normativa.
In particolare, bisogna indicare chiaramente qual è la motivazione che giustifica la scelta di questa forma di contratto, cioè nel testo firmato dai contraenti si deve illustrare quale esigenza transitoria ha indotto l’inquilino a cambiare città per un certo periodo (corrispondente alla durata del contratto). La documentazione allegata come attestazione di tale esigenza (per esempio, una copia del rapporto di lavoro a termine) deve essere autentica e supportare la dichiarazione resa nell’ambito del contratto.
Se non è specificata l’esigenza transitoria, la locazione rientra nell’ambito dei contratti a canone libero con durata di 4 anni, prorogabili di altri 4.
Dimostrare l’esistenza di una giustificazione di carattere passeggero contribuisce ad escludere il caso dei soggiorni turistici, che non possono avvalersi dei contratti d’affitto transitori.
È possibile fare il cambio residenza con il contratto d’affitto transitorio?
La stipula di un contratto d’affitto transitorio è compatibile con il cambio di residenza: se parti per svolgere una consulenza di 12 mesi e ritieni che, per il periodo della trasferta, sia utile spostare la residenza anagrafica nella città di destinazione, potrai effettuare senza problemi il cambio.
Esiste solo un vincolo, che ti metterà al riparo da eventuali contestazioni successive: poiché nella richiesta all’anagrafe indicherai come nuovo indirizzo di riferimento quello dell’immobile preso in affitto per il periodo transitorio, prima di avviare la pratica di cambio residenza devi avvisare della tua intenzione il proprietario.
Trascorsa la durata del contratto e di un eventuale rinnovo, potrai trasferire nuovamente la residenza nella tua città di origine.
Qual è un modello fac simile scaricabile?
Avere un modello di riferimento velocizza la scrittura delle clausole del contratto d’affitto transitorio e fornisce indicazioni sui dati (anagrafici, catastali, fiscali) da inserire affinché l’accordo tra proprietario e inquilino sia valido.
Scarica il fac simile per il contratto di locazione abitativa di natura transitoria da siti ufficiali e verificati e, in caso di dubbi, rivolgiti sempre a un professionista.
Foto di Alex Padurariu su Unsplash