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Codice fiscale condominio: cos’è e a cosa serve

Scopri come richiederlo e perché è obbligatorio

Se abiti in un condominio, anche se piccolo, e tu e gli altri condomini avete deciso di effettuare dei lavori di manutenzione, pagare un portiere o avviare qualsiasi altra azione presupponga un passaggio di denaro, sarà necessario che il condominio sia dotato di un codice fiscale.

Cos’è il codice fiscale del condominio?

Il codice fiscale è un vero e proprio codice identificativo del condominio, esattamente come quello delle persone fisiche che permette di individuare il contribuente. I condomini, infatti, non sono esenti dalle tasse: se si assume qualcuno a nome del condominio, sarà necessario versare i contributi Inps. Ma allo stesso ti permetterà di accedere a delle detrazioni di cui parleremo più avanti.

Il codice fiscale è una serie di numeri e di lettere, nello specifico si tratta di 11 caratteri, che vengono estrapolati da sette rappresentanti del condominio, tre che riguardano gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e l’ultimo che è un carattere di conferma.

A cosa serve il codice fiscale del condominio?

Il codice fiscale del condominio serve a identificare un soggetto dal punto di vista reddituale. In caso ci sia un portiere, un giardiniere che si occupi delle parti verdi o un addetto alle pulizie degli spazi comuni, tale persona dovrà essere assunta. Successivamente, a questa persona il condominio dovrà corrispondere non solo i soldi pattuiti per la prestazione ma dovrà anche versare i contributi Inps ed effettuare le ritenute d’acconto. Si evince da quanto hai letto che per il condominio diventa un obbligo fiscale avvalersi del codice.
Quindi attraverso la figura dell’amministratore, il codice fiscale serve a:

  • effettuare e versare le ritenute d’acconto;
  • redigere l’attestazione unica per certificare le ritenute d’acconto effettuate durante l’anno;
  • compilare e presentare il modello 730.

Quando è obbligatorio il codice fiscale del condominio?

Il codice fiscale è un obbligo che il condominio è tenuto a rispettare sul piano fiscale, in particolare se si usufruisce di prestazioni lavorative da parte di altri soggetti. Questa situazione di obbligo si presenta soprattutto quando è necessario costituire il condominio, ovvero quando il numero dei condomini è superiore a 10 unità.

Come richiedere il codice fiscale del condominio?

Se la casa in cui vivi si trova all’interno di un condominio che ha la necessità di dotarsi di un codice fiscale, di seguito leggerai come procedere con la richiesta. L’ufficio preposto è quello Territoriale delle Entrate (con il modello AA5/6, sul sito dell’Agenzia). Dopo aver compilato il documento dovrai inviare allo stesso ufficio una comunicazione in cui vanno inseriti i dati dei condomini:

  • le generalità;
  • il codice fiscale;
  • i dati catastali delle rispettive unità immobiliari.

Solitamente la persona incaricata di tali incombenze è l’amministratore di condominio. Ma si può presentare anche l’occasione in cui i condomini deleghino uno di loro per portare avanti la pratica.
Inoltre va sottolineato che a richiederlo è l’amministratore nel caso in cui questa figura sia presente perché voluta dalla legge. Quindi nel caso in cui la formazione del condominio sia obbligatoria perché superiore al numero di 10 unità.

Se invece il condominio non esiste ma vuoi comunque richiederne il codice fiscale, d’accordo con i tuoi vicini di casa, sarà necessario incaricare qualcuno che si occupi del disbrigo della pratica.

Come verificare il codice fiscale del condominio?

La verifica del codice fiscale del condominio può essere effettuata attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate, un servizio gratuito messo a disposizione dallo stesso ente che permette di verificare l’esistenza e la corrispondenza tra un codice fiscale e i dati anagrafici di un soggetto, confrontando i dati inseriti con quelli registrati in Anagrafe tributaria.

Ti basterà collegarti al sito dell’Agenzia o verificare la corrispondenza tra il codice fiscale e la denominazione di un soggetto diverso da persona fisica.

Quali sono le sanzioni se non si ha il codice fiscale del condominio?

Poiché il codice fiscale è obbligatorio, la mancata richiesta all’Agenzia delle Entrate fa scattare automaticamente una sanzione. Infatti, secondo la normativa in vigore, l’ammenda può variare dai 103,29 euro a 2065,83 euro se la richiesta non viene presentata per tempo. Solitamente il responsabile amministrativo è individuato nella figura dell’amministratore. In qualità di rappresentante, l’amministratore che ha la responsabilità fiscale del condominio, ha anche l’obbligo di porre in essere tutti gli adempimenti fiscali richiesti dalle normative, e su di esso ricadono le sanzioni in caso di errori/omissioni.

Il condominio può essere soggetto a dei cambiamenti, tanto dei condomini quanto di amministratore. Questo comporta inevitabilmente una modifica dei caratteri del codice fiscale, poiché, come hai letto all’inizio di questo articolo, è composto da caratteri che riguardano anche la formazione del condominio.
In questo caso, quando ci sono degli eventi interni che possono modificarlo, è necessario comunicarlo tempestivamente all’Agenzia delle Entrate e tale modifica può avvenire sia per via telematiche che tramite raccomandata o recandosi direttamente all’ufficio territoriale delle Entrate.

Il codice fiscale del condominio permette anche di poter presentare le richiesta per alcune detrazioni o lavori di manutenzione straordinaria (come il rifacimento delle facciate o quelli che riguardano gli spazi verdi).
Per poter accedere alle detrazioni il codice fiscale deve essere indicato nei bonifici di pagamento dei lavori effettuati dalla ditta.

Come funziona per i condomini minimi?

Se invece fai parte di un condominio minimo, per cui non è presente né un amministratore né un codice fiscale, i condomini possono comunque beneficiare di alcune detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni.
In questo caso coloro che effettuato i pagamenti, per la parte che gli spetta, possono inserire nei modelli di dichiarazione delle spese sostenute il codice fiscale personale e i dati catastali dell’immobile in questione.
A questo modello va allegato un’autocertificazione che documenti gli interventi, inserendo anche i dati catastali delle altre unità immobiliari che fanno parte del condominio minimo.

Sulla questione è intervenuta anche l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n. 74 del 27 agosto 2015 che ha chiarito che in caso di lavori di ristrutturazione su condomini minimi, quando i bonifici sono stati effettuati direttamente dai singoli proprietari, la detrazione per ristrutturazione – che equivale a una detrazione del 50% – non si perde a condizione che venga richiesta l’attribuzione del codice fiscale “cumulativo”.

Foto di Luke van Zyl su Unsplash

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