Cambio sequenziale: come funziona
Una guida completa per aiutarti nella scelta
Se stai pensando di cambiare auto con una nuova o con un buon usato recente che hai visto su Subito, tra le tante domande che ti stai facendo c’è anche quella relativa al tipo di cambio che vorresti sulla tua prossima auto. La scelta è tra cambio manuale e cambio automatico, ma c’è anche il cambio sequenziale che è sempre più diffuso.
Ma cosa è esattamente un cambio sequenziale? Come funziona? Vale davvero la pena di spendere dei soldi in più per un’auto col cambio sequenziale? Eccoti una guida veloce a questo tipo di cambio, che ti potrà essere utile nella scelta.
Che cos’è e come funziona il cambio sequenziale?
Un cambio sequenziale è un tipo di cambio robotizzato o automatico che prevede la possibilità, per il guidatore, di cambiare marcia. Sulle auto dotate di questo tipo di cambio non c’è il pedale della frizione, perché questo componente viene gestito dall’elettronica. Non c’è neanche la classica leva del cambio con movimento ad H, sostituita da una leva che può solo fare uno scatto in avanti o indietro oppure, su molti cambi sequenziali moderni, da delle levette posizionate dietro al volante. I cosiddetti “paddle”.
Solitamente il paddle sulla sinistra del volante è contraddistinto dal simbolo “-“ e serve per scalare di marcia, mentre quello a destra è contraddistinto dal simbolo “+” e serve per innestare una marcia superiore. In caso di leva sul tunnel, invece, di solito si sale di marcia spingendola in avanti e si scende spingendola indietro. Molte auto con cambio sequenziale, poi, hanno entrambe le soluzioni e ti permettono di cambiare marcia sia dalla levetta sul tunnel che dai paddle al volante.
Devi però sapere che con un cambio sequenziale puoi innestare le marce solo in sequenza (da qui il nome di sequenziale): puoi passare dalla seconda alla terza o dalla quarta alla quinta, ma non dalla quarta alla seconda, né dalla terza alla quinta e così via.
Alcuni cambi sequenziali moderni montati su auto di gamma medio alta, però, sono talmente veloci e precisi da permetterti di fare scalate persino migliori rispetto a quelle che potresti fare con un cambio manuale, gestendo a perfezione la coppia del motore ed evitando il drammatico “effetto grattugia” che, alla lunga, rovina anche i cambi migliori.
I cambi automatici sequenziali oggi sono così raffinati e precisi che spesso sono l’unica opzione disponibile su auto di elevata potenza. Questo perché è molto più sicuro gestire elettronicamente la cambiata piuttosto che permettere che l’automobilista sbagli a cambiare. Specialmente se sotto al cofano hai centinaia di cavalli e centinaia di Nm di coppia: in caso di errore grave nella cambiata, infatti, il cambio potrebbe andare in frantumi.
In generale, comunque, devi dare per scontato che il cambio sequenziale (come tutti i cambi automatici) costa di più rispetto ad un tradizionale cambio manuale. Ma è anche vero che i cambi sequenziali più moderni, se impari a conoscerli e a usarli a dovere, ti permettono di mantenere i consumi di carburante un po’ più bassi.
Quali sono le differenze con il cambio automatico?
Per essere precisi, quindi, il cambio sequenziale è una sorta di evoluzione del cambio automatico. Se con il cambio manuale è il guidatore a decidere al 100% quando cambiare marcia e con il cambio automatico puro è l’elettronica a deciderlo, con il cambio automatico sequenziale il guidatore può scegliere in prima persona oppure lasciare scegliere all’elettronica.
Per essere ancora più precisi, però, va anche detto che un cambio automatico non diventa manuale se impostato come sequenziale: la frizione non c’è e tutto il meccanismo di cambiata è comunque gestito dall’elettronica, anche se è il guidatore a scegliere quando cambiare. Su alcuni cambi sequenziali, come i cambi CVT a variazione continua, la cambiata è persino “simulata” dall’elettronica perché in realtà l’ingranaggio del cambio è continuo.
Altra cosa che dovresti sapere è che anche se il cambio è sequenziale non puoi gestirlo al 100% tu, in base alle tue scelte: se tiri troppo la marcia, infatti, con la maggior parte dei cambi sequenziali verrà innestata la marcia successiva per non danneggiare il motore (su pochi cambi, invece, interviene un limitatore elettronico con lo stesso fine). Anche se i giri del motore sono troppo bassi per la marcia innestata, poi, il cambio sequenziale torna automatico e interviene comandando la scalata al posto tuo.
Per capire il senso del sequenziale, quindi, bisogna pensare agli aspetti migliori di entrambi i cambi: automatico e manuale. L’automatico è rilassante e ci permette di guidare con un solo piede, mentre il manuale è divertente e ci permette più controllo durante la guida più sportiva. Con un buon sequenziale ottieni entrambi questi vantaggi: non devi pensare alla frizione, e quindi in città stai molto più comodo, ma se devi fare un sorpasso e ti serve più tiro del motore, ad esempio in autostrada con un camion davanti, puoi scegliere di scalare marcia.
Quali sono 5 auto con cambio sequenziale?
I primi cambi sequenziali furono usati sulle auto sportive da competizione, ma oggi li trovi di serie su molte auto di alta gamma e sulle versioni con motorizzazione superiore di molte medie. La Volskwagen Golf di ottava serie, una segmento C, monta il cambio automatico sequenziale DSG a sette rapporti sulla motorizzazione 2.0 TDI da 150 cavalli.
La Peugeot 208 2020, una segmento B, monta un cambio sequenziale EAT a otto rapporti sull’allestimenti GT Line con motore da 131 cavalli. Salendo di segmento e passando al segmento D, invece, il cambio sequenziale diventa frequente: ad esempio lo trovi sulla Audi A4, sulla BMW Serie 3, ma anche su un SUV medio come la Land Rover Evoque a partire dall’allestimento R-Dynamic.