Cambio manuale o automatico: guida alla scelta
Ecco alcuni consigli per te
Un tempo era, almeno in Europa, una rarità mentre oggi è sempre più diffuso, come in America. Il cambio automatico si sta facendo velocemente strada anche nel cuore degli italiani e, se recentemente hai cercato un’auto da comprare, di sicuro ti sarà capitato almeno un modello con questo tipo di cambio.
Ma se te ne sono capitato già due o tre, è molto probabile che tu ti sia perso tra le sigle e le differenti tecnologie. Eccoti qualche informazione sulla differenza tra cambio manuale e cambio automatico e sui diversi tipi di cambi automatici.
Quali sono i pro e i contro del cambio manuale?
Una automobile con il cambio manuale è caratterizzata dalla presenza di tre pedali (da sinistra a destra: frizione, freno e acceleratore) e da una leva nel tunnel centrale. Dopo aver premuto la frizione è possibile azionare la leva del cambio per inserire una delle 5 o 6 marce disponibili (più la retromarcia). Alcune auto di molti anni fa, però, di marce ne avevano solo quattro.
Il cambio, sia manuale che automatico, serve per modificare la quantità di coppia che viene inviata alle ruote motrici e, di conseguenza, di ottenere più velocità (ma meno coppia) o più coppia (ma meno velocità) a parità di giri del motore. Una marcia bassa manderà più coppia alle ruote e ci permetterà di spingere il peso dell’auto ma, anche al massimo dei giri motore, non ci permetterà di raggiungere grandi velocità. Al contrario una marcia alta la dovremo usare quando l’auto è già a velocità abbastanza elevata, non serve molta coppia ma vogliamo aumentare la velocità senza far salire troppo i giri del motore.
La totalità dei cambi manuali moderni sono con ingranaggi sincronizzati e movimento della leva ad H. Per “sincronizzato” si intende che un cambio ha due alberi paralleli: uno collegato alla frizione e l’altro alla trasmissione. Tramite degli ingranaggi “millerighe”, che vengono selezionati agendo sulla leva del cambio, è possibile ingranare una marcia più alta o più bassa in base alle necessità.
Il principale vantaggio del cambio manuale lo scopri se ami la guida sportiva: solo con questo tipo di cambio, infatti, puoi avere il controllo completo della cambiata e salire o scendere di marcia esattamente al numero di giri motore che scegli (perché il cambio lo azioni tu). Il secondo vantaggio, ti sembrerà strano ma è così, lo scopri se ami la guida molto rilassata: se sei bravo ad usare il cambio manuale puoi circolare anche in città e a bassa velocità con marce relativamente alte. Quindi con meno rumore e consumando meno carburante.
Lo svantaggio principale del cambio manuale, invece, è la sua scomodità nel traffico cittadino. Se sei in coda al semaforo o il traffico è molto lento sei costretto a cambiare spesso marcia, a tenere sempre il piede sulla frizione e questo potrebbe provocarti non poco stress. Il fatto che puoi “tirare” al massimo le marce, poi, potrebbe farti consumare più carburante durante la guida sportiva.
Quali sono i pro e i contro del cambio automatico?
Una automobile con cambio automatico la riconosci al volo perché non ha il pedale della frizione: la frizione è anch’essa automatica e non decidi tu quando e come attivarla. La leva del cambio, poi, è molto diversa e solitamente non ha un movimento ad H ma lineare, da davanti a dietro. Sulla maggior parte delle leve dei cambi automatici troverai quattro lettere: P, R, N e D che stanno, rispettivamente, per “Parcheggio”, “Retromarcia”, “Null” (cioè folle) e “Drive” (cioè marcia).
Ci sono diversi tipi di cambio automatico, molto diversi tra loro e con caratteristiche, pro e contro assai diversi. Le tipologie più diffuse di cambio automatico sono quello a doppia frizione, quello a convertitore di coppia, il cambio continuo CVT (Continuously Variable Transmission).
Il cambio a doppia frizione (detto anche DCT, Dual Clutch Transmission) lo senti chiaramente mentre guidi, perché ad ogni cambio marcia è ben avvertibile un piccolo (o grande, dipende dall’auto) “strappo”. Per questo motivo non è molto comodo nel traffico cittadino, ma è invece l’ideale per la guida sportiva perché è quello che ti da la sensazione più precisa ed efficace quando sali e scendi di marcia.
Il cambio a convertitore di coppia è più fluido, ma un po’ più lento, di quello a doppia frizione. Diciamo che è una buona via di mezzo tra prestazioni e comfort, perché non ti stressa nel traffico ma è efficace quando vuoi divertirti un po’.
Il cambio CVT, invece, è un sistema molto diverso perché è basato non su due alberi ma su un meccanismo epicicloidale. Più che un cambio, in realtà, è una sorta di “sfumatura” infinita che molto spesso non piace, almeno all’inizio, a chi non lo conosce. La sensazione trasmessa, infatti, è simile a quella dello slittamento della frizione: tu acceleri, ma l’auto no. In realtà ciò è dovuto al fatto che il cambio CVT entra in funzione solo quando i giri del motore salgono al valore corretto. Il grande vantaggio di questo tipo di cambio, se lo si usa bene, sono i consumi molto bassi specialmente in città.
Quali sono i modelli più venduti di auto con cambio automatico?
Come avrai capito, quindi, non c’è un solo cambio automatico ma tanti tipi diversi di cambio automatico. Che sono diffusi su auto di marche diverse perché, ormai da diversi anni, le case automobilistiche hanno fatto le loro scelte tecnica e continuano ad offrire sui loro modelli sempre gli stessi tipo di cambio (ma costantemente evoluti: i doppia frizione di oggi non sono quelli di dieci anni fa, ad esempio).
Se guardiamo ai cambi automatici Audi, ad esempio, fino a pochi anni fa era disponibile il Multitronic a variazione continua mentre oggi troviamo in listino il cambio S-Tronic a doppia frizione, per le auto di potenza inferiore come la A3, e anche il Tiptronic a convertitore di coppia su auto con più potenza come la A4 e la A6.
Lo stesso cambio S-Tronic, poi, lo troviamo sulle Volkswagen Golf con il nome di DSG (Direkt Schalt Getriebe), mentre è diverso e più evoluto il cambio a doppia frizione Porsche PDK (Porsche Doppelkupplung), usato ad esempio sulla Macan.
I cambi a doppia frizione usati da Renault, usati ad esempio sulla Clio, prendono il nome di EDC (Efficient Dual Clutch), mentre quelli del gruppo Hyundai-Kia si chiamano semplicemente DCT (Dual Clutch Transmission) e li troviamo sulla Niro e sulla Tucson.
BMW, invece, storicamente usa cambi a convertitore di coppia Steptronic per le auto di potenza maggiore e doppia frizione DKG (Doppel Kupplun Gsgetriebe) per quelle di potenza inferiore. Mercedes, per le piccole coma la Classe A, usa il doppia frizione 7G-DCT a sette rapporti, mentre dalla Classe C in su usa il 9G-Tronic con convertitore di coppia a nove rapporti.
Il gruppo PSA, invece, chiama il suo cambio a convertitore di coppia EAT (Efficient Automatic Transmission) e lo usa ad esempio su Peugeot 308. Alfa Romeo usa il doppia frizione TCT sulla Giulietta, mentre su Giulia e Stelvio usa l’automatico a convertitore di coppia AT8.
Tra le auto più note con il cambio CVT a variazione continua ci sono le giapponesi: tutte le ibride Toyota, come la Yaris o la Corolla, ma anche la Honda Civic o le Subaru Outback.