Da collezione privata. Prezzo 250 euro
Villa della Regina. Mis. 50x60 olio su cartone cornice 60x70 Metello Merlo (Milano, 27 giugno 1866 – Torino, 14 gennaio 1964) impara a dipingere dal padre Camillo e, trasferitosi a Torno nel 1904, divenne allievo di Vittorio Cavalleri e Andrea Tavernier. Nell’ambito di questa formazione esercita in particolare la pittura di paesaggio ereditando dal Cavalleri lo studio della composizione64 e dei tagli, e dal Tavernier la vivacità cromatica.
Dal descrittivismo analitico e tardo ottocentesco degli esordi approda a un’interpretazione felicemente «più sintetica, dove la forma è resa con pienezza di scansioni tonali, a larghe masse riassuntive dei particolari», come ebbe a scrivere Luigi Carluccio nel suo necrologio.
La sua ricerca principale sarà il colore, a cui giunge attraverso l’esercizio continuo del disegno, specie quello dal vivo. Fu infatti fondatore nel 1951, col cognato Felice Vellan e altri colleghi, del Gruppo Bianco e Nero, promotore dell’«importanza del disegno in tutte le sue molteplici espressioni d’arte».
«Metello Merlo non fu che marginalmente sfiorato da istanze e problemi estetici posti dalle ricerche e dalle sperimentazioni vertiginosamente susseguitesi nell’oltre mezzo secolo della sua feconda produzione. Non per questo fu sordo alla contemporaneità» (G. L. Marini, I Merlo. Tre generazioni per un secolo di pittura, catalogo della mostra, Torino 1997). Se dagli anni Trenta risente della pittura tonale del Gruppo dei Sei di Torino, che attenua l’acceso cromatismo giovanile, le opere dell’ultimo decennio sembrano una meditazione «sugli esiti di Cézanne» (Marziano Bernardi, in occasione della mostra postuma della mostra postuma.