L'avvento dei social ha fatto sì che ogni azienda veda delinearsi un ritratto a più mani, fatto di tante pennellate quanti sono i commenti e le recensioni rilasciati dagli utenti che hanno avuto modo di conoscerla, magari anche in una sola occasione.
Queste opinioni, di per sé variabili, necessitano di essere orientate per restituire all'azienda un volto senza cicatrici, conferendole una identità e una vision nuove e tali che l'utente possa riconoscere questo nuovo brand a colpo d'occhio.
Come è possibile raggiungere questo risultato?
Narrandolo.
O ancor meglio, comunicandolo trasmettendo le emozioni legate alla storia di quell'azienda.
Questo nuovo procedimento comunicativo necessita tuttavia di soppiantare l'ormai obsoleta logica verticale (top-down) che intendeva convincere il pubblico bombardandolo di informazioni, in favore di una logica orizzontale orientata al dialogo, aperta allo scambio su un livello di parità, mai dimentichi del fatto che sarà proprio l'utente a decretare il nostro successo oppure il nostro fallimento.
Nel fare ciò occorre utilizzare i canali e gli espedienti narrativi più adatti, il che va oltre quello che una traduzione letterale di questo anglicismo sembra suggerire ("raccontare storie").
Occorre piuttosto "comunicare attraverso i racconti" col fine di creare rappresentazioni del reale che diventino esse stesse il reale.
Lo Storyteller crea quindi nell'inconscio del lettore una concezione dell'azienda innovativa, mirata al coinvolgimento del pubblico di riferimento, non lesinando in descrizioni al fine di rendere il racconto verosimile, credibile, autentico.
Sono un linguista e traduttore appassionato di scrittura, con venti anni di esperienza in Italia e all'estero.
Valuto proposte lavorative presso agenzie di comunicazione che offrono consulenza alle aziende, anche sulla base di contratti a progetto, eventualmente a distanza/in remoto laddove non sia necessaria o possibile la presenza in sede.