Francisco Goya acquaforte bulino 1867

Descrizione

Francisco Goya Y Lucientes(Fuendetodos 1746 – Bordeaux 1828) Acquaforte e bulino"Tan Bárbara la seguridad como el delito" - Il piccolo prigioniero 1ª EdizioneDalla Gazette des beaux arts 1867, vol. XXII, p. 196Rif. Harris nr. 26 III/IV - Delteil 31 Dimensioni: * Incisione: circa 105 x 84 mm * Foglio: circa 210 x 162 mm Condizioni:Foglio in buone condizioni generali, come da foto. Carta vergellata color crema priva di filigrana, con piega laterale. Leggero ingiallimento da esposizione attorno all’immagine, che non compromette la bellezza dell'opera. L'incisione ritrae un prigioniero seduto, le mani unite e legate con catene in un gesto di supplica. Il suo volto è nascosto da capelli folti e scuri, mentre i piedi sono imprigionati da grandi ceppi. Le dimensioni imponenti di catene e ceppi enfatizzano il peso simbolico del soggetto, mettendo in evidenza la crudele realtà della prigionia. Come recita il titolo, Goya esplora l'equilibrio tra l’uso eccessivo della sicurezza, per impedire la fuga del prigioniero, e la brutalità del crimine da lui commesso. Questa stampa fa parte di una riflessione profonda di Goya sul trattamento dei prigionieri, un tema che si estende anche alla critica della pena di morte. Con una tecnica impeccabile, l’artista utilizza l’acquaforte per creare un contrasto tra lo sfondo, realizzato con tratti orizzontali e brevi, e le ampie aree bianche sulle vesti del prigioniero, che sottolineano la sua innocenza. L’uso della luce e dell’ombra contribuisce a dare forza e dignità alla figura, nonostante la durezza del tema trattato. L’opera di Goya si inserisce in un contesto di profondo disprezzo per le ingiustizie sociali e politiche dell’epoca. Inoltre, questa opera si inserisce nel dibattito sull’abolizione della tortura, che stava prendendo piede nelle Corti di Cadice. Goya riprende lo stesso tema in altre incisioni della serie I disastri della guerra, dove la critica alla violenza e all'ingiustizia è ancora più esplicita.